Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
Sezione di Firenze

 

L’esperimento NA62 del CERN, a cui partecipa l’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), ha osservato un processo rarissimo previsto dalla teoria con estrema precisione. La nuova misura, che è stata presentata il 24 settembre 2024 nel corso di un seminario al CERN, potrebbe aprire un’importante via per la scoperta di nuova fisica oltre il Modello Standard delle particelle elementari.

L’osservazione di NA62 riguarda il decadimento di un kaone carico (K+) in un pione carico (π+) e due neutrini (νν). Questo decadimento (K+-> π+νν) è tra i processi più rari mai osservati nella cosiddetta fisica del “sapore”: secondo il Modello Standard, infatti, meno di un kaone carico su 10 miliardi decade in questo modo. NA62 ha misurato il decadimento con una significatività statistica di 5 deviazioni standard (5σ): questo significa che la probabilità che gli eventi osservati siano dovuti semplicemente a fluttuazioni statistiche del fondo è di 2x10-7.

“Questo risultato rappresenta il culmine di un progetto iniziato più di un decennio fa, ed è frutto di un lungo e rigoroso lavoro”, commenta Giuseppe Ruggiero dell’INFN e dell’Università di Firenze, che guida la Collaborazione Scientifica dell’esperimento NA62. “Cercare processi in natura che hanno una probabilità di accadere dell’ordine di 10-11 è affascinante e stimolante, ma è anche estremamente impegnativo: con questa misura abbiamo consegnato alla comunità scientifica un risultato tanto atteso, che per noi rappresenta anche una ricompensa straordinaria per i nostri sforzi”.

NA62 webfi

La nuova misura della frazione di decadimento di K+-> π+νν (frazione di K+ che decadono in questo modo) è B = (13.0+3.2-2.9) x 10-11. Il valore è consistente con quello previsto dal Modello Standard, ovvero B = (8.0 ± 0.6) x 10-11, entro 1.7 deviazioni standard. Questa lieve deviazione dalla previsione teorica potrebbe essere un indizio della presenza di nuove particelle che aumentano la probabilità del processo, ma per provare questa ipotesi sono necessari più dati che permettano di ridurre sensibilmente l’errore di misura. Con la presa dati in corso, NA62 sarà in grado di confermare l’esistenza di eventuali contributi di nuova fisica o imporre dei limiti stringenti sulla loro entità.

La collaborazione NA62 coinvolge circa 200 ricercatrici e ricercatori provenienti da Europa, Stati Uniti, Canada, Messico e Russia.

L’INFN e l’Università di Firenze giocano da sempre un ruolo centrale nell’esperimento: Enrico Iacopini, Professore Emerito dell’Università di Firenze, nella lunga fase di approvazione di questa misura, sia da parte del CERN che dell’INFN, ha coordinato le varie proposte e cercato la loro armonizzazione sia dal punto di vista tecnico che finanziario e di risorse umane; Massimo Lenti, Professore Associato dell’Università di Firenze, ha concepito e realizzato il RICH di NA62, che è il più grande rivelatore Cherenkov gassoso al mondo e cuore del sistema di identificazione dei pioni di NA62, guidando per un decennio il gruppo di ricerca costituito da Andrea Bizzeti (UniMoRe e INFN FI), Francesca Bucci (INFN FI) e Roberto Ciaranfi (INFN FI); Giuseppe Ruggiero, Professore Associato dell’Università di Firenze e attualmente alla guida della Collaborazione NA62, è stato l’autore della prima analisi per la ricerca del canale K+-> π+νν a NA62, per poi diventare coordinatore del gruppo di lavoro che ha portato a questo risultato.

Ulteriori informazioni:

  CERN Seminar: https://indico.cern.ch/event/1447422/
 
 Comunicato stampa INFN: link
 

Contatto locale: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

 

 

cms2023 sito

È la misura più precisa che sia mai stata ottenuta all’acceleratore Large Hadron Collider (LHC) del CERN della massa del bosone W, e ne determina il valore in 80360,2 MeV con un’incertezza di 9,9 MeV. La misura è stata realizzata dall’esperimento CMS analizzando i dati prodotti nelle collisioni protone-protone del secondo periodo di presa dati di LHC (run2). Il risultato, molto atteso dalla comunità scientifica internazionale della fisica delle particelle, è stato presentato dalla Collaborazione Scientifica di CMS nel corso di un seminario che si è tenuto oggi, 17 settembre, al CERN.
“La misura della massa del bosone W è stata ottenuta da CMS grazie a una analisi all’avanguardia dei dati prodotti a LHC”, sottolinea Giacomo Sguazzoni, ricercatore dell’INFN responsabile nazionale di CMS. “La precisione raggiunta era impensabile quando LHC e CMS sono stati concepiti, ed è frutto del caparbio e appassionato lavoro di tanti colleghi e colleghe impegnati nelle attività di ricerca che, negli anni, hanno permesso di ottenere da CMS, un rivelatore molto complesso e sofisticato, prestazioni ben superiori a quelle previste inizialmente dal progetto”, conclude Sguazzoni.
“Il valore della massa del bosone W deriva, nel Modello Standard, da due ingredienti fondamentali: la forza della interazione debole – di cui è mediatore – e il valore del campo di Higgs, responsabile della generazione della massa di tutte le particelle elementari fino ad oggi osservate”, spiega Stefania De Curtis, direttrice del Galileo Galilei Institute dell’INFN. “Questa nuova misura rappresenta dunque un ulteriore successo della nostra teoria perché, data la precisione, superiore a tutte le aspettative, ne conferma la predizione a livello delle correzioni quantistiche che contribuiscono al suo valore. L’accordo a livello quantistico con le predizioni teoriche indica che, almeno per la massa del W, non servono nuovi fenomeni o nuove particelle per spiegare la natura. Ciò non esclude che queste non siano nascoste dietro l’angolo e che gli esperimenti di LHC possano ‘scovarle’ in un vicino futuro per gettare luce sui problemi ancora aperti del Modello Standard”, conclude De Curtis.

 

Ulteriori informazioni:

 

Martedì 4 giugno 2024, presso l’Aula Magna del Dipartimento di Fisica e Astronomia, al Campus Sesto dell’Università di Firenze.

Il LABEC, Laboratorio di tecniche nucleari per l’Ambiente e i Beni Culturali, è un laboratorio congiunto INFN e Università, nato per sviluppare, applicare e promuovere tecniche e tecnologie innovative per lo studio di questioni ambientali, come per esempio l’impatto del particolato atmosferico su salute e inquinamento, e del patrimonio culturale, sia per diagnostica che valorizzazione.

Info sul programma: https://agenda.infn.it/e/LABEC20

 

Locandina 002

E' disponibile il bando di concorso da usufruire presso la Sezione di Firenze:

n. 26267/2023 n. 1 Assegno di Ricerca tecnologica Junior Fascia 1 sul tema: “Sviluppo di strumenti innovativi per la rivelazione di particelle solari nell'intervallo di energia da decine a centinaia di MeV”

Scadenza 1 febbraio 2024

Il bando si può trovare  sul sito: http://www.ac.infn.it/ (link opportunità di lavoro) oppure https://jobs.dsi.infn.it/

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